Eccolo, è lui l’autore di quella musica celestiale che ho ascoltato ieri passando da Cantalice durante la precedente tappa del mio trekking sul Cammino di Francesco! Stamattina presto sono salito allo Speco di Poggio Bustone, a mezz’ora a piedi dal Convento di S.Giacomo, tentato dal voler suonare la campana, e mi sono goduto l’alba in questo luogo davvero speciale. Scendendo ho seguito inizialmente il percorso di ieri e sono ripassato da Cantalice e di nuovo c’era quella musica nel silenzio della piazzetta.
Mi fermo, rapito, quasi stregato e dopo un po’ che sono immobile sotto la finestra da cui provengono le note (di cui potete ascoltare un assaggio qui sotto), la musica si interrompe, la finestra si apre e compare Marzio! Simpaticissimo e colto, maestro di sassofono soprano al Conservatorio di L’Aquila, grande sportivo e camminatore, mi racconta che sotto la sua finestra si son fermati negli anni neozelandesi, australiani, canadesi, cinesi, giapponesi, indiani, insomma un mondo intero di persone che passa, cammina e si ferma colpito dai suoi esercizi, come li chiama lui! Italiani? Pochissimi, io sono il primo quest’anno!
Felice di questo bell’incontro riprendo la via verso la mia meta odierna, Cittaducale. Ora l’itinerario non è banale, spesso il sentiero si perde nei rovi e, nei pressi di Liscione, sbaglio strada, salgo troppo e devo ritornare sui miei passi per ritrovare la via! Ebbene si, anche le guide possono smarrire la via! L’importante è restare lucidi e con calma ragionare, studiare il territorio, la mappa e ritornare in pista! Raggiungo Santa Rufina dove mi fermo per il pranzo al sacco e poi per raggiungere Cittaducale percorro la parte più bella e avventurosa della giornata, fuoripista nei campi salendo colline che affacciano su ruderi di antiche grandi dimore, passaggi nei boschi che sembrano gallerie scolpite da gnomi falegnami, tanto le arcate sotto cui passo sono perfettamente disegnate dai rami.
Cittaducale oggi dice poco, se non gente schietta e attenta alle incombenze di fine giornata. Conosco delle suore carmelitane lungo Via Mazzini, il corso principale. Una, africana, ha un piede ingessato, ci scherziamo su parlando anche dei miei piedi (in gran forma rispetto a una settimana fa …) e la Superiora mi invita a restare da loro. Mi sistemo per terra in un’aula dove i bimbi vengono a giocare e colorare. Su un piccolo passaporto finto vedo questo disegno e leggo, con la scrittura di un bambino, la frase “La vita è un viaggio, il mondo è la mia casa”. Brividi! Se non è un segno questo! A domani, ancora in marcia con questo mio trekking inseguendo i passi del Cammino di Francesco.
Sempre avanti!
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