Oggi tappa tecnicamente tranquilla in questo mio trekking sul Cammino di Francesco, che da giorni ormai è immaginato, non essendo ormai più nelle terre che frequentò il poverello di Assisi. La giornata è incerta, il sole ogni tanto fa capolino tra le nubi e un’arietta frizzantina mi fa allungare il passo per riscaldarmi. Sono in breve a Castelpetroso, dove assisto a un rito antico, il lavaggio dei panni nel lavatoio pubblico in piazza. Proseguendo trovo S.Angelo in Grotte dove visito la grotta dedicata all’Arcangelo Michele, un preludio alla meta finale di questo cammino. Pochissime persone in giro, spesso anziani, in un’area d’Italia dove l’emigrazione, spesso all’estero, è molto forte.
Sulla strada per Macchiagodena, uscito da poco da S.Angelo in Grotte, la strada è deserta, immersa nel verde dei boschi che risalgono la montagna e punteggiata dalle immancabili macchie gialle delle ginestre. D’un tratto sento dei passi dietro di me. Mi raggiunge un ragazzo sui 25 anni, maglietta, pantaloncini e occhiali da sole in testa. Cammina da solo in mezzo alla strada, bofonchia un saluto e con passo svelto mi supera. Per qualche chilometro lo vedo davanti ad un centinaio di metri da me, poi ad una curva scompare! Letteralmente sparito in una strada deserta che sale sulle montagne molisane alle 11 di un tranquillo venerdì d’estate. Mi scervello per immaginare dove possa essere finito. Dopo un paio di chilometri, sempre nel nulla, senza case o auto che passano, nulla, ricompare ad una svolta. Ora cammina in senso contrario, sembra puntarmi deciso in una strada vuota! Mi raggiunge, accenna un ghigno, mi supera e prosegue scomparendo alle mie spalle, dietro a una curva. Mistero su chi fosse e cosa abbia fatto! Ci ripenso, ma non l’ho sognato! Arrivo a Macchiagodena alle 11.40, attraverso il paese in cui chiesa e municipio sono fusi in un unico edificio (il compromesso ideale di Don Camillo e Peppone!) e nei pressi dell’uscita dal paese, altra scena surreale.
Sono fermo per bere e ritirare i panni asciutti dallo zaino/appendino quando vedo due carabinieri uscire dalla caserma poco più avanti, chiudere la porta di legno a chiave e salire sulla 500 in dotazione parcheggiata di fronte. Partono, fanno inversione, vengono verso di me, mi passano e dopo poco si fermano in mezzo alla strada. In tutto avranno percorso 10 metri! Restano fermi in mezzo alla strada per un bel quarto d’ora abbondante (mi siedo curioso per capire!) chiusi nell’auto con i finestrini alzati. Poi ripartono, nuova inversione, ri-parcheggiano davanti alla caserma ed entrano. Sembra una barzelletta, ma è tutto vero! Riparto un po’ stranito e continuo a seguire la strada; dopo un po’ il cielo si chiude del tutto, si alza il vento ed inizia a piovere. Non è un temporale, ma pioggia battente che mi accompagna fino a S.Elena Sannita, meta odierna di questo cammino. Incontro una nuova signora Maria che mi accompagna nella canonica, dove posso farmi una doccia bollente. Stasera ci voleva! Le previsioni sono brutte per domani, devo pensare ad un’alternativa sicura per il percorso. Per ora vi mando un abbraccio ed una certezza: sempre avanti!
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