Qualche anno fa sono andata a vedere una mostra presentata dalla Fondazione Nicola Trussardi di Milano e ho fatto una bellissima scoperta: Tacita Dean.
Tacita Dean è un’artista delle arti visive, spazia dal disegno, alla fotografia e alla scrittura; il suo lavoro più originale consiste nella scelta di girare film utilizzando una pellicola di 16mm. In occasione della mostra “Still Life – Nature morte” aveva presentato una selezione dei suoi film dedicati al tema dell’immobilità. Ogni film aveva un soggetto diverso: un personaggio, un paesaggio, una natura morta.
Nei suoi lavori si è attratti da un’atmosfera sospesa, il tempo allungato è un esercizio per allenare gli occhi a soffermarsi sui dettagli, su piccoli cambiamenti di posizione, di luce, di prospettiva per cogliere i segni del tempo.
Mi sono soffermata in particolare davanti alle immagini dei sei film intitolati Stillness in cui il coreografo Merce Cunningham danza con pose statiche la composizione di John Cage 4’33’’, che consiste in 4 minuti e 33 secondi di silenzio. Merce Cunningham e Jhon Cage furono compagni di arte e di vita, pionieri entrambi, nei loro rispettivi ambiti di lavoro, di un’arte da scoprire, innovare, da contaminare con altre forme di espressione. Merce Cunningham ha posto le basi della Post Modern Dance, ha proposto un nuovo metodo di lavoro e ricerca basato su rapporti innovativi tra danza, musica, arti figurative e arti visive nelle forme più tecnologiche. Jhon Cage è stato un compositore virtuoso e originale, ha ribattezzato la centralità della musica come forma di comunicazione indipendente dalla volontà del soggetto attraverso tecniche casuali e improvvisate.
In Stillness Merce Cunningham ha ottantotto anni, è all’interno del suo studio di New York, sede da molti anni della sua compagnia, ed è seduto davanti allo specchio di una sala da ballo. Il coreografo assume posizioni diverse, introducendo piccole differenze, seguendo i tre movimenti in cui era stata scritta 4’33’’. Tacita Dean rivela che prima di girare i film non avevano provato, Cunningham si è reso disponibile, con generosità ha eseguito la sua performance e a dispetto dei suoi anni ha conservato un controllo pieno del suo corpo con una grande rapidità di esecuzione del movimento.
Mi piace ricordare una frase di Tacita Dean che rende la natura del suo lavoro e che potrebbe benissimo essere adottata da ogni artista che sceglie di intraprendere percorsi nuovi, scomodi, estranei, incerti e isolati: “Ho imparato con il tempo ad accogliere l’inaspettato e a rendere possibile l’inimmaginabile: caos, caso e coincidenze inattese sono i miei principali alleati”.
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