Sveglia sempre presto, alle 5.45 già in cammino per rimettermi in marcia in questo mio trekking sui passi di Francesco che mi piace sempre più ogni giorno che passa. Le prime ore del giorno sono l’ideale per camminare, è fresco, nessuno in giro tranne qualche contadino già nei campi a tagliar l’erba per farne balle e una gran pace, propria degli inizi, di quando tutto è ancora promessa ed ogni cosa può succedere. Ed accade che una persona la incontro, solitaria anche lei, che scende, mentre io salgo: cammina lento, si appoggia a un bastone, ma ha il viso di un ragazzino. Dopo il saluto iniziale mi chiede quanta strada farò con questo passo, cominciamo a chiacchierare, scopro che l’arzillo signore ha la bella età di 89 anni e sta andando a lavoricchiare in un campo vicino. Ha un sorriso aperto e allegro, mi ricorda mio nonno, un altro personaggio sempre mattiniero che al mare mi descriveva gli uccelli all’alba, distinguendone il canto. Sono incontri come questi che riempiono i passi, ci ripensi per ore mentre procedi, grato per questa umanità semplice e contenta.
Raggiungo Stroncone, é ancora presto, timbro la credenziale dal frate guardiano del convento francescano e riparto. Si va a Greccio, passando dal sentiero di S.Bernardino. E il ricordo non può che tornare a Bernardino della Romita, davvero una persona che ti resta nel cuore. Sono sempre solo, non incontro altri camminatori. Raggiunta località i Prati invece, pare di essere sulle spiagge di Rimini all’ora di pranzo. Tantissimi villeggianti, camper, bancarelle e barbecue accessi: da Terni e fin da Roma si viene a fare la scampagnata della domenica ai Prati di Stroncone. Passo veloce e ritorno nella natura, si aprono grandi radure, le prime così grandi da quando sono partito. Cavalli, mucche e pecore al pascolo.
Tanta, tanta bellezza da ammirare! E poi, superato il passo da cui si spazia su tutta la vallata reatina sottostante, giù fino al Santuario di Greccio, abbarbicato sulle rocce della montagna, mi ricorda quello di La Verna. Qui nel 1223 Francesco, con il permesso del Papa, rappresentò con gli abitanti del luogo la Natività: nacque qui il Presepe (mi spiace per i Napoletani! Anche se le loro rappresentazioni artigianali sono imbattibili!) Tentenno, è ancora presto, ma alla fine scelgo di fermarmi. Relax, bucato, pasta insieme ad un rifugiato kosovaro che dice di aver fatto nella vita 8,6 milioni di chilometri (guidando autobus, non a piedi eh …!!) e a nanna presto. Mandatemi vostri commenti e suggerimenti. Un abbraccio a tutti e…
Sempre avanti!
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