Oggi giornata campale in questo mio trekking sul Cammino di Francesco. Il tutto inizia con sveglia alle 4.15 e partenza al buio alle 5: sapendo di aver davanti tanti chilometri e molto dislivello l’unica è giocare d’anticipo! Inizio subito a salire, sentiero e strada mi portano nei pressi di una grotta su una montagna in cui pare che S. Filippa Mareri si sia rifugiata con alcune compagne quando, convertita da Francesco, voleva fondare un monastero, ma la famiglia si opponeva. Solo, entro nel buio della grotta, invasa di zanzare essendoci acqua che cola dalla volta.
Immaginare che 800 anni fa siano sopravvissuti qui dentro, vivendo di acqua e del poco cibo portato dai pastori locali, pare davvero incredibile e difficile anche da comprendere. Resta un elemento comune in tanti luoghi e storie diverse: per cercare il contatto con la parte spirituale l’uomo fugge l’uomo e si rifugia nell’elemento naturale.
Dalla grotta ritorno sul sentiero e ricomincio a salire. E qui comincia una nuova simpatica avventura, fatta di sentiero che scompare invaso da arbusti, erba alta più di un metro e alberi che impediscono la progressione. Obiettivo è raggiungere una croce posta sopra alla montagna sotto cui è scavata la grotta da poco visitata e da li, in costa e poi discesa, raggiungere la torre di Fiamignano da cui proseguire. É davvero una bella impresa, inoltre per migliorare la situazione ieri sera e stanotte ha diluviato, quindi il tutto è ancora bagnatissimo, anche se ora è ormai sorto il sole. Insomma ci perdo una bella ora in più del necessario, ma alla fine ne esco grazie a orientamento, gps e un bel po’ di testardaggine! In compenso la vista è mozzafiato su tutta la Valle del Salto e relativo lago artificiale. Alla fine scendo a Fiamignano e raggiungo Santa Lucia. Sosta tecnica per far asciugare calze e scarpe ( é infatti foriero di vesciche il camminare con piedi bagnati!) e si riparte.
La giornata é bellissima, calda, ma lievemente ventilata. É passata più di mezz’ora e mi accorgo di aver perso i gambali staccabili dei pantaloni, che avevo usato sulla montagna prima e poi attaccato allo “zaino stendino”. E avanti, si ritorna sui propri passi fino a quando (almeno 2 km prima!) li ritrovo sul ciglio della strada! Che fortuna! Nuova ripartenza, puntando a passare il confine tra Lazio e Abruzzo. Il caldo è tanto, ma bevendo molto e inzuppando testa e cappello nelle fontane dei paesi si riesce a procedere. Il paesaggio diventa sempre più selvaggio, la strada è letteralmente tagliata nella montagna e immersa in vallate severe e sempre più alte. Raggiungo finalmente il Valico della Forca a 1350mt, antico confine tra Stato Pontificio e Regno borbonico, zona di briganti e contrabbandieri. Zona anche di agricoltura e allevamento, nello splendido altopiano di Castiglione. La cosa che rende ancora più magico il momento è l’immenso silenzio scolpito solo dal vento che si incunea tra rocce e pinnacoli, accarezzando poi i campi solcati da solitarie pecore e mucche al pascolo.
Approfitto di una fontanella di acqua poco oltre il valico per una pausa e scendo poi fino a Villagrande, dove mi accoglie Elisa, giovanissima volontaria della proloco del paese. Stanotte mi sistemo nella scuola elementare dove hanno approntato alcune brandine per i pellegrini. Stanco per i molti chilometri percorsi ed il forte dislivello salito e disceso, ma con gli occhi pieni di bellezza vista e goduta, vi abbraccio e spero presto di portarvi con me lungo trekking ed escursioni di Passicreativi. Domani si raggiunge L’Aquila!
Sempre avanti!
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