Immaginate un cimitero di campagna, assolato, due del pomeriggio, dei classici cipressi ombreggiano il vialetto d’accesso. Frinire di cicale, io che arrivo assetato e individuo la fontanella, mi ci tuffo e prima di vederla, la sento. É una voce di donna che declama, bene, pare qualcosa di classico. Poi mi giro e più avanti, appoggiata di schiena all’ultimo cipresso una giovane dai folti capelli ricciuti e dai grandi occhi allegri. La raggiungo, mi saluta divertita, si chiama Barbara e sta preparando la parte tratta da Sogno di una notte di mezza estate di Skakespeare, che reciterà tra qualche giorno durante un’escursione organizzata nei pressi di Rocca di Mezzo. Originaria di un paesino vicino, ci capiamo subito e con schiettezza scambiamo pensieri e visioni del mondo, trovando tanto in comune. Sono incontri come questi che rinfrancano, dopo la fatica del percorso che oggi è stata abbastanza intensa!
Ero partito presto, come al solito, da L’Aquila per dirigermi verso l’ex monastero cistercense di Santo Spirito d’Ocre. Si inizia tranquilli, paesini addormentati o del tutto disabitato come quello di Fossa a cui arrivo intorno alle 8 e che dal 2009 è stato completamente abbandonato per le lesioni massicce causate dal terremoto. Il paesaggio è per ora dolce, tanti campi coltivati a grano e viottoli dai cespugli ai bordi ricolmi di piccoli uccellini che scappano al mio passaggio cinguettando. Strappo in salita ed eccoci al severo muro di cinta dell’ex monastero. Ovviamente deserto, portone sbarrato e nessuno in vista! Poi un piccolo cagnolino si affaccia da una piccola porta a grata laterale e incredibilmente … non mi abbaia contro come tutti i cani che sto incontrando in questo mio trekking sul Cammino di Francesco. Lo prendo come un buon segno, provo a bussare e alla fine arriva Lucia, simpatica “castellana” che mi accoglie e mostra gli ambienti di questo bellissimo monastero del 1200 immerso nel verde. Visito il chiostro e la chiesa sconsacrata con Lucia, che insieme al marito 10 anni fa hanno preso in gestione il monastero come albergo (abbandonato dai monaci cistercensi nel 1600, per secoli andato in rovina, oggi l’intera struttura è proprietà del Comune di Ocre). Diverse croci templari dipinte di rosso mi aiutano a capire l’origine comune tra cistercensi e templari e poi un altro particolare che mi segnala Lucia: i dormitori erano delle grandi camerate, tipiche di un ordine paramilitare e non invece con il sistema delle classiche cellette degli altri conventi.
In un profumo intenso di lavanda, timbro la credenziale e riparto. Davanti a me una super salita su ex strada militare, ora ampio sentiero immerso in una natura selvaggia e bellissima. Il caldo e la fatica sono forti, ma lo sguardo spazia tutto intorno rinvigorendo il passo (certo delle buone bevute ogni 30 metri circa e delle canzoni che mi canto da solo aiutano eh …)! Alle 11 sono a Tussillo, altro paese abbandonato dopo il terremoto e intorno alle 14 raggiungo Fonteavignone dove nei pressi conosco Barbara l’attrice. Giungo a Terranera dove sosto, allietato dai giochi di una simpatica bambina di nome Teresa e mi diverto a vedere le feste reciproche che si fanno un’anziana signora con il suo grosso cane!
Ora la parte finale di questa lunga giornata é quasi una parata, entro nell’altopiano delle Rocche, enorme vallata di origine glaciale circondata da montagne e al cui centro si trova Rocca di Mezzo, paese tipico di montagna al oltre 1300 metri che raggiungo in breve. Accolto in un convitto che ospita richiedenti asilo e terremotati, conosco la signora Carmela, quasi 80 anni, un estuario di rughe che incorniciano due occhi dolci e malinconici. Mi racconta di come la sua casa sia in parte crollata nelle notte del terremoto, di come il marito non abbia retto al dolore di perdere tutto dopo anni di lavoro e fatica nei campi e sia morto a Natale del 2009. E lei da quell’inverno è qui, prima i mesi estivi nelle tende, ora in questo luogo sospeso da più di 6 anni, senza risposte e senza speranze di poter mai tornare un giorno “a casa mia”. Ci stringiamo a lungo le mani e cerco di darle forza, ma è dura non poter fare altro.
Forza, sempre avanti!
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