Il Cammino di Francesco a modo mio: Tappa 23 da S. Pietro Avellana a Carpinone via tratturi di Carovilli e Pescolanciano

Aldo nella selva evidenza Cammino Francesco 2016

Oggi è stata davvero una prova! Di quelle giornate in cui devi davvero riuscire a non mollare e andare avanti nonostante le difficoltà. L’inizio è subito su un tratturo, che consisteva un tempo in un tracciato che arrivava a misurare nei punti più ampi 111,6 metri (un multiplo dell’antica unità di misura napoletana, il braccio) e in quelli più piccoli, tratturelli, 32 o 12-18 metri. Erano i percorsi che servivano alla transumanza, per spostare in autunno e tarda primavera milioni di capi di bestiame (soprattutto ovini e bovini) dagli altipiani dell’Abruzzo alle pianure della Puglia e viceversa. Un fenomeno iniziato ai tempi dei romani e proseguito fino a inizio/metà del Novecento con tradizioni, usi e costumi che hanno legato questa parte d’Italia e le sue genti. Il punto è proprio questo, ormai da molti decenni non vengono quasi più usati, sia per la riduzione della pastorizia a favore all’agricoltura, sia per l’uso di spostare via camion i pochi capi rimasti. Questi antichi percorsi sono ormai quasi ovunque invasi da vegetazione o da vere e proprie aree boschive. Individuarli è difficile e l’itinerario di oggi prevedeva di utilizzare parte dell’antico tratturo Celano-Foggia.

muretto Cammino Francesco 2016

Nella prima parte della mattina la situazione è abbastanza gestibile, i soliti rovi ed erba alta in molti punti, anche se spesso la vegetazione, complice forse anche le forti piogge degli ultimi mesi, è così fitta che mi obbliga a delle deviazioni per riuscire a progredire nella giusta direzione. Arrivo finalmente a Carovilli e parlo con il parroco, lontano parente del mitico pilota Manuel Fangio, che mi parla della sua volontà di chiedere il permesso al Demanio di organizzare volontari per fare manutenzione. Mentre sto uscendo dal paese, mi riconosce e mi ferma Avio del B&B La Dimora del Sergente, amico di Angela. Mi racconta che in sette comuni si sono associati (Assomab) e dovrebbero fare manutenzione, ma “si son mangiati 2,5 milioni di Euro di fondi europei, siamo anche in una riserva naturale, ma sentieri e tratturi sono in condizioni pietose, praticamente impraticabili! E spesso andiamo io e amici a pulirli”. Una volta la pastorizia di fatto teneva puliti e percorribili questi percorsi, oggi la montagna è praticamente abbandonata e la vegetazione si sviluppa coprendo tutto. Da Carovilli proseguo e la situazione peggiora invece di migliorare! Impiego cinque ore per riuscire a raggiungere Pescolanciano via tratturi o quello che ne resta! Senza bussola, mappe e GPS sarebbe stato impossibile, con chilometri ricoperti da vegetazione ed invasi dai rovi. La parte affascinante è che in molti punti passo vicino ai resti delle antiche strade e fortificazioni sannite, insomma diciamo che mi sono sentito un po’ Indiana Jones, ma sconsiglio vivamente chi non ha competenze professionali e capacità avanzate di orientamento di avventurarsi su questo itinerario tra Carovilli e Pescolanciano.

Roccie Cammino Francesco 2016

Aldo verde Cammino Francesco 2016

Da lì, dopo essere anche stato preso in giro da un gruppo di anziani, che sostenevano come in quel tratto non ci passi quasi più nessuno da anni – la strada è così comoda, dicono in dialetto ridendo! – riparto su asfalto, raggiungo in poco tempo il valico di Totila e poi, scendendo verso Sessano del Molise, prendo una deviazione che accorcia la strada in cambio di  un po’ di rovi ancora, portandomi a passare a casa di Maria, 76 anni, minuta, occhi che ridono e badano a 3 galline “prima che se le rubi la volpe“.  Mani callose che cuciono veloci e stringono le mie graffiate dai rovi augurandomi buon viaggio.
Dopo altri 7 chilometri (in totale oggi son più  di 40!) arrivo finalmente a Carpinone dove mi accoglie un’altra signora Maria. La sua casa è bella e semplice, ci voleva un po’ di calore umano dopo questa giornata di trekking sui passi del Cammino si Francesco davvero intensa. Ce l’abbiamo fatta, domani tappa più tranquilla, promesso!

Sempre avanti!

Aldo indica Cammino Francesco 2016

Aldo valico di Totila Cammino Francesco 2016

verdi colline Cammino Francesco 2016

Una delle migliori amiche del viandante
Una delle migliori amiche del viandante

Commenti

Alfredo
17 luglio 2016
Ciao Aldo. Continua così, mi sembra sia "il cammino a modo mio" e non mi sembra ci siano forme di mancanza a ricoscere i propri limiti per cui siano necessari bagni di umiltá. Navigatori e avventurieri lo sanno bene, si cambia rotta per tanti motivi anche ignoti... Poche chiacchiere, e come dicono i norvegesi stå på. A presto. Alfredo
17 luglio 2016
Esatto! Poche chiacchiere e come dicono in Valsesia ... "campuma su la cureia" che in sostanza significa forza avanti andiamo ... #sempreavanti !
16 luglio 2016
Certo Aldo, confermo tutto, e lo ribadisco, i sentieri in alcuni tratti andrebbero meglio tenuti, figurati, sapessi quante volte l'ho ribadito, anche nella mia veste di consigliere comunale di opposizione a queste sciatte e boicottatrici amministrazioni comunali e dell'ASSOMAB, ma dopo l'incontro con te ho girato con la macchina per rintracciati ed ho chiesto un poco in giro, ma non ci siamo reincontrati, allora sono andato sul percorso e ho anche fotografato i luoghi più problematici, confermo, sono percorribilissimi e agevoli, occorre fare un poco di attenzione e tu stesso mi hai detto di essere passato sotto la casa gialla e non sopra e li difficoltà non dovevano esserci. Detto per inciso la casa gialla è una Dimora rurale, dentro il tratturo,abitazione dell'assessore comunale che nulla fa per questo cammino, anzi e dire che ha fatto anche il Cammino di Santiago (ultime 6 tappe) come ci tiene a sbandierare (ma non dice che sono 6 tappe o forse qualcuna in più ). Da S. Domenico scendendo la vallata che poi è un tratturello sino al Tratturo Lucera-Castel di Sangro ci sono 11 frecce (troppe), dal Tratturo sino a Pescolanciano ci sono altre frecce e Tau e soprattutto il percorso in mezzo alla vegetazione non supera il Km. Non capisco ancora quali difficoltà hai potuto trovare. Vedo però che hai fatto foto di luoghi che non sono neanche vicino al percorso, capirai che per me è legittimo avere qualche dubbio sulla tua accortezza. Riguardo l'incontro con Don Mario, col quale ho parlato di questo fatto stamattina, sottolineo che parlare on le persone del luogo il più delle volte è sconsigliabile, perché le domande di chi cammina non sono "dello stesso linguaggio" di chi dovrebbe informare e difatti spesso in buona fede i pellegrini vengono spediti in altre direzioni. Prima di ripercorrere il tracciato "incriminato" sono stato a S.PIETRO Avellana, cosa che avrei dovuto aver fatto prima, faccio ammenda, ad esortare gli amici del bar Incontro a non mandare i pellegrini fuori dal Tratturo, salvo quando piove, perché l'asfalto, come ben sai, affatica di più, i vecchietti, infatti non lo fanno in malafede, ma pensano di agevolare chi cammina. Comunque questo, alla fine di questo lungo discorso, chiudiamo tutte le incomprensioni perché remiamo tutti dalla stessa parte e ... buon cammino. Avio
16 luglio 2016
Nessuna incomprensione, semplicemente punti di vista diversi ;) Intanto dopo 10 ore di pioggia e vento sono a Ripalimosani. E ora c'è sole e cielo azzurro. Olé! Buona Vita Avio, ciao!
16 luglio 2016
Caro Aldo, come scritto da Angela, il cammino per il tratto di tappa da S.Pietro Avellana a Carpinone ha si dei punti critici che comunque abbiamo sistemato noi e non certo, come avrebbe dovuto l'ASSOMAB, ma scusami, tu non ne hai imbroccata una e sei l'unico. Che i sentieri vadano meglio tenuti siamo tutti d'accordo, ma le guide vanno lette e le persone addette ai lavori, ascoltate, capisco questa fregola tutta milanese di spaccare il nano secondo, ma il cammino deve essere altra cosa, e non puoi tu con questo tuo post rovinare tutto. Vedo alcune foto, in particolare quella di una striscia verde che, spero non crederai e non crederanno altri, sia il Tratturo, è semplicemente la traccia dove passa il metanodotto e che non c'entra niente con il cammino. Il percorso in questione è pieno di frecce gialle e Tau, anche troppe, ed il tipo di vegetazione appenninica ha queste caratteristiche, un percorso tutto pulito e millimetricamente segnato e' impossibile e neanche auspicabile. Spero in futuro di vederci, con tempi ... meridionali o meglio dire Duosiciliani. Cio Avio
16 luglio 2016
Caro Avio, quando ci siamo incontrati ero a Carovilli già da quasi un'ora, avevo parlato a lungo con Don Fangio e con alcune persone in piazza. Quando mi hai fermato stavo andando a cercare un punto tranquillo per fare pausa. Se sei onesto mi confermerai che tutta la nostra conversazione é stata legata alle disagevoli e in alcuni punti quasi impercorribili condizioni dei tratturi della zona. Ti assicuro che non ho nessuna fregola e chi mi conosce sa bene quanto sia un milanese atipico 😯 Come tu possa sostenere che "non ne ho imbroccata una" proprio non lo capisco. Sono poi partito da S.Domenico e seguito indicazioni guida. Il punto é che in tanti tratti la vegetazione é così rigogliosa da rendere arduo il percorso. Vado in montagna, pratico alpinismo ed escursionismo da oltre 20 anni formandomi prima con corsi avanzati del CAI e ho poi concluso da poco un corso professionale per Guida Ambientale Escursionistica. Non sono nessuno, ma qualche capacità di orientamento mi sembra di averla acquisita. Segnalo semplicemente che le condizioni di parte dell'itinerario descrito a mio avviso non sono di chiara interpretazione per il camminatore senza esperienza e non essendoci campo (x cellulare intendo) in molti punti diventa anche potenzialmente rischioso. Per il bene del cammino, dell'indotto turistico che può portare alla vostra economia locale, mi auguro le amministrazioni pubbliche riescano a garantire una manutenzione migliore. Il vostro impegno é lodevole, ma essendo volontaristico, forse non sufficiente. Un caro abbraccio e a presto
16 luglio 2016
Sulla foto a cui ti riferisci lo so bene 😂, ho un buono zoom eh ... l'ho inserita perché esteticamente mi piaceva! Ancora abbracci da chi proprio non pretende nulla, sentieri puliti o segnati, semplicemente si cammina e si racconta quello che accade. Panta rei ;)

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