Esco da Torremaggiore all’alba, insieme a tanti contadini che ai bordo dei loro trattori raggiungono i campi e le vigne. L’aria è già calda, premessa di una giornata di fuoco qui in terra di Puglia, in questi ultime decine di chilometri che mi stanno portando a concludere il mio trekking lungo i passi del Cammino di Francesco. Tutta la prima parte della mattina scorre lungo l’asfalto sempre più bollente di strade provinciali e comunali, aggirando San Severo con l’obiettivo di dirigermi verso i monti del Gargano e iniziare a salirli.
Diverse ore di cammino mi permettono di attraversare la piana di San Severo, ho una serie di tête-à-tête con cani randagi davvero aggressivi, ma per fortuna anche nel mio caso funziona il detto “can che abbaia non morde”, sebbene in un paio di casi si siano avvicinati molto alle mie gambe! Giunto a circa 6 chilometri dal Santuario di Santa Maria di Stignano lascio la statale, passo vicino alla vecchia e semi-abbandonata stazione di San Marco in Lamis e proseguo con di fronte il muro della montagna garganica.
Procedendo inizio a rendermi conto di alcune differenze tra il territorio che attraverso e le descrizioni di guida e mappa. Raggiunto un punto in cui avrei dovuto proseguire in direzione sud est, attraversando un paio di volte un torrente e poi costeggiandolo per un paio di chilometri, capisco che le differenze tra territorio e descrizioni sono troppo evidenti. Decido quindi di usare azimut e bussola e, per campi e attraversando facili boschetti di lecci, lascio alla mia sinistra la Masseria dei Colantuono. Sono questi bovari e produttori di formaggi, detti dai locali “gli abruzzesi”, anche se pare siano molisani di Frosolone, che in questo periodo non sono qui, ma sono tornati con le loro mucche nei pascoli alti del Molise in cui trascorrono l’estate.
Recuperata una comoda carrareccia nei pressi di un ponte sul torrente, ora in secca, arrivo alla contrada Petrullo. Qui mi accoglie il proprietario della Masseria don Gino insieme al nipote Damiano e al bisnipote Luca. Gino mi conferma che il sentiero che avrei dovuto percorrere è stato in buona parte distrutto da un’alluvione di due anni e mezzo fa: ha chiesto molte volte aiuto al Comune per ripristinarlo, ma ancora nulla di fatto. Mi dona acqua fresca da bere e proseguo rinfrancato prendendo il vecchio tratturo, oggi sentiero sassoso, che restando alto e passando sotto una vecchia cava in poco tempo mi porta al Santuario di Santa Maria di Stignano.
Qui trovo un gruppo di ragazzi di Manfredonia che stanno facendo un campo estivo, nessun frate, solo tante grida cristalline e lazzi di giovani nei chiostri di questo antico convento francescano del XVII secolo. Pausa pranzo all’ombra, una bella rinfrescata alla fontana di fronte alla chiesa e avanti, altri 6 chilometri in salita nella valle di Stignano, tra mucche al pascolo libere sui versanti erbosi della montagna, mi portano a San Marco in Lamis.
Piccola cittadina edificata in una conca a 600 metri di altitudine, una volta qui erano tutte paludi (in lamis è termine latino e significa nelle paludi). La attraverso nel pomeriggio, con ragazzi che giocano a pallone per le strade e tanti anziani che chiacchierano seduti sulle sedie fuori dalle porte di casa. Con un ultimo strappo salgo all’imponente Convento di San Matteo dove mi accoglie l’allegro Padre Pietro.
Stasera scelgo la compagnia dei frati, aiuto l’imponente Fra’ Gabriel a preparare la cena e qui ritrovo i due pellegrini incrociati a Pietracatella. Vincenza oggi è venuta in pullman da Torremaggiore mentre Fabiano, simpatico bibliotecario a Faenza, ha fatto il mio percorso trovando le mie stesse difficoltà dopo la stazione di San Marco in Lamis e uscendone poi passando da contrada Petrullo. Scopro che lo scorso 18 luglio anche loro da Pietracatella sono andati a Castelnuovo della Daunia, arrivando alle 22 e dormendo lei fuori dal paese, al Residence Le Terrazze, e lui in tenda. Fabiano mi ringrazia molto per la freccia e l’omino di pietra che avevo fatto per indicare le deviazioni che altrimenti non avrebbero visto! Una bella serata e ora si dorme. Domani è il grande giorno. Domani arrivo alla meta finale, Monte Sant’Angelo!
Vi abbraccio forte e sempre avanti!
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