Una fata chiamata Linda. Potete vederla nella foto-ricordo che apre questo articolo. Ed è il personaggio che ha animato i pensieri di questa tappa del mio trekking sul Cammino di Francesco che da Pietralunga, con non poca fatica, mi ha portato a Gubbio. Infatti nonostante la partenza mattutina il caldo si fa subito sentire, ma sono soprattutto i piedi a lamentarsi, in particolare il destro. Mi rendo conto che le vesciche aumentano nonostante le calze tecniche e mi servirebbero altri cerotti Compeed ed uno stick che dicono miracoloso come prevenzione. Il problema è accertarsi di trovarli una volta arrivati a Gubbio, quindi grazie a una serie di telefonate fatte da chi mi segue da casa, mi viene confermato che fino alle 20 una certa Linda mi attende alla Farmacia di Piazza Quaranta Martiri a Gubbio. Ho un obiettivo da raggiungere!
La giornata prosegue su percorso molto bello, quasi sempre in solitaria tranne per un tedesco di Monaco che mi passa quasi di corsa: è diretto anche lui a Gubbio, ma deve arrivare entro pochi giorni ad Assisi per rientrare poi a Monaco via Firenze. Mi rendo conto che, diversamente da quando camminiamo in città nella nostra vita di tutti i giorni, qui invece siamo concentrati proprio sulla strada, guardiamo con attenzione dove mettiamo i piedi e alziamo lo sguardo nei momenti di sosta o ad una curva. E davvero è quasi un dialogo con se stessi quello che involontariamente ci si ritrova a fare, pensando a cose semplici, all’acqua (si sviluppa un senso acutissimo nel cercarla e tuffarcisi sopra alla vista!), al prossimo punto da raggiungere, alle ore che pensi servano ancora per arrivare e, immancabile, la lingua torna a battere dove il dente duole: sui piedi doloranti! Pausa pranzo in località Monteleto nella piana di Loreto: un signore esce di casa e mi dona una bottiglia da due litri di acqua: quasi mi commuovo!
Riparto per gli ultimi 6 chilometri ed arrivo alla farmacia a Gubbio intorno alle 18.30 dopo essere stato accolto alle porte della città da un ragazzo, Simone, che in vespa mi affianca e mi riconosce. Dice che sta leggendo la storia di questo viaggio e vuole offrirmi una bibita! Ho troppo male in particolare alla pianta del piede destro e gentilmente declino, devo arrivare, spero non se la sia presa! Recuperati i preziosi cerotti, lo stick anti-vesciche ed un paio di solette in gel da Linda e rincuorato anche dalla sua meravigliosa mamma Patrizia, che realizza con Tele Umbre tessuti al telaio in lino e cotone, trovo rifugio presso l’ostello della Madonna del Prato. Fuori le mura, un posto semplice, ma autentico, dove decido di fermarmi per riprendermi: trovo addirittura del sale grosso per un pediluvio ristoratore unito ad una buonissima pasta e piselli che mi cucino al suono della musica folk della festa popolare. Domani riposo forzato, per risanare un po’ i piedi e ripartire lunedì lungo questo trekking del Cammino di Francesco che mi sta facendo scoprire tanto.
Vi abbraccio!
Commenti