Tempo di neve, tempo di ciaspole!

Alba dal bivacco Bruno Molino

La nuova avventura di Passicreativi ci ha portato nelle bellissime Valli di Lanzo, più precisamente a Balme, punto di partenza per raggiungere il Bivacco Bruno Molino, a 2278 metri di quota. Il programma prevede di salire al bivacco il primo giorno, qui dormire ed il giorno dopo raggiungere il Passo dell’Ometto a 2618 metri, sempre che le condizioni lo permettano. Già da alcuni chilometri dopo Torino la neve inizia a fare la sua comparsa nei campi e salendo  di quota aumenta sempre più, mentre la temperatura diminuisce. Lasciata l’auto nella frazione Molette, possiamo indossare le ciaspole fin da subito, mentre il sole si fa strada tra nubi sfilacciate e poco consistenti. In mezz’ora scarsa di cammino raggiungiamo le case di Molera, punto di partenza estivo di questa escursione e troviamo l’inizio del sentiero (numero 233) con l’indicazione per il bivacco e per il Passo dell’Ometto.

neveLa neve si presenta farinosa ma si riesce a camminare senza sprofondare. La prima meta è l’Alpe Pian Bosco, dove troviamo una grande stalla ora addormentata sotto la bianca coltre. Siamo, e resteremo per entrambi i giorni, gli unici frequentatori umani di questo percorso. Quanto agli animali, troviamo tante impronte, qui e là dei “ricordini” che risaltano sul bianco della neve, ma di avvistarli non se ne parla proprio! Notiamo che molto spesso le impronte di caprioli, camosci o volpi seguono fedelmente il sentiero usato da noi e non sappiamo deciderci se sia l’uomo ad avere anticamente tracciato il sentiero lungo i passaggi degli animali oppure il contrario: forse più semplicemente questi sono i percorsi più “naturalmente logici”! Intanto continuiamo a ciaspolare e, dopo un tratto a volte ripido in un bel bosco misto di larici e betulle, raggiungiamo il secondo alpeggio della giornata, l’Alpe Le Piane a 2040 metri di altitudine. Siamo ormai ben oltre il mezzogiorno, le giornate sono molto brevi e non possiamo indugiare troppo. Ci concediamo solo un bicchiere di tea caldo (spillato dal thermos!), un pezzetto di cioccolato e poi riprendiamo la salita.

Pausa nella neveLa giornata non è mai stata limpida, ci troviamo al di fuori, ma ai margini, di una perturbazione che sta portando molta neve sulla Valle d’Aosta ed il Nord Piemonte. Come previsto, comincia a tirare un venticello piuttosto freddino che ci stimola ad affrettarci verso il nostro bivacco. Dopo altro camminare scorgiamo finalmente il tetto del bivacco, appollaiato su uno spalto alla nostra sinistra. Sembra vicino ma ci vorrà ancora un po’ di sforzo per guadagnarlo. Nel frattempo il vento ci sputa in faccia la neve, uno di noi mette un piede dove c’è una buca e sprofonda fino alla coscia. Tolto lo zaino, si scava con cautela per liberare il piede incastrato sotto un masso ed evitare di sprofondare ulteriormente. Alla fine va tutto bene, si sale l’ultimo tratto ed arriviamo al bivacco.

Bivacco Bruno MolinoOrmai il vento rasenta la tormenta, ci sono raffiche fortissime e ci catapultiamo dentro senza guardare troppo il panorama! Ci cambiamo in fretta ed indossiamo vestiti caldi e asciutti, poi mentre il cuciniere prepara la cena, la guida-capo raduna tutte le coperte disponibili nelle brandine che scegliamo come nostre. Naturalmente abbiamo anche il saccopiumino, ma quello lo prendiamo dallo zaino all’ultimo momento, per non farlo raffreddare. Dopo mangiato vorremmo guardare le stelle, fare qualche foto, ma uscire è davvero proibitivo, il vento è così forte che le pareti del bivacco vengono scosse dalle folate più forti. Nonostante ciò, dentro al sacco e con tre coperte sotto e quattro coperte sopra, dormiamo caldi caldi fino al mattino. Prima dell’alba il termometro segna − 20 °C, in compenso il vento si è finalmente placato, anche se non è cessato del tutto. Di salire al Passo dell’Ometto non se ne parla, c’è troppa neve ed il vento della notte ha costruito insidiosi accumuli che è molto saggio non andare a stimolare.  Così dopo colazione iniziamo a scendere: la traccia che abbiamo battuto poche ore prima è sparita, cancellata dal vento. Così ci tocca batterla di nuovo fino a quando, scendendo verso gli alpeggi, ritroviamo i nostri passi del giorno prima, segno che qui il vento è stato meno forte. Quando poi siamo già in paese l’ultima emozione: girandoci verso il bosco vediamo cinque caprioli saltare nella neve, paiono danzare leggieri pur trovandosi su un pendio scosceso! Per oggi l’avventura è finita, a presto con una nuova esplorazione di Passicreativi!

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